sabato 14 febbraio 2015

Distanze


È folle....ci pensavo oggi. Io che ho sempre vissuto l'amore fino in fondo, che sono passionale, che lo cerco ovunque, sto imparando a centellinarlo.
Sto solo imparando infatti, non lo sto facendo, non ci riesco.
Soffro la lontananza, le distanze. Mi manca soprattutto il contatto, una stretta di mano, un abbraccio, una carezza sul viso.
Soffro il fatto di non avere potere su questa distanza. Non posso annullarla nè ridurla.
Non sono io che decido ma all'improvviso si annulla e mi sento al settimo cielo per poi tornare a sperare che si annulli di nuovo. Ora è lì, enorme, siderale, invalicabile. Resisto, faccio finta di nulla, penso ad altro, inganno me ed i miei sensi, smorzo i pensieri che mi porterebbero ancora in quella direzione.
Ma non c'è verso, le poche barriere razionali non possono nulla contro l'impeto dei sentimenti, dell'amore che è parte di me.
La passione che ho dentro esplode, prende il sopravvento, prende il timone e vira, navigando a tutta forza verso il muro che ci separa.
Nello schianto ne esco ovviamente tramortito, svuotato, senza forze.
Quando sono a terra sono un bersaglio facile. Le persone che non mi amano ne approfittano, mi insultano, mi minacciano, rubano quelle poche energie che mi restano.
Mi domando perché si accaniscono, perché sono il loro bersaglio preferito.
Non vogliono finirmi, non vogliono darmi il colpo di grazia, anzi, mi tengono li per il loro gioco perverso fatto di carezze e cazzotti.
Mi rialzo a fatica e riesco ad andare avanti. Abituo me stesso a questa nuova condizione, con il monito che la passione non può e non deve impossessarsi di me e con la consapevolezza che chi mi ama davvero mi rende felice sempre.
Purtroppo succederà ancora perché è così che gira ultimamente. Ma io non mollo, non mollo mai.

lunedì 2 febbraio 2015

Un risveglio

John William Waterhouse - il risveglio di adone
Ad certo punto aprii gli occhi. Non so quanto avessi dormito, 5 minuti, forse un'ora. La pioggia martellava forte ma solo ora realizzavo che ormai pioveva da ore. Il vento fischiava o forse sibilava ma io non avevo freddo.
Eri di spalle, la tua schiena contro il mio petto, i tuoi capelli sul mio naso. Le nostre gambe aggrovigliate, non si capiva come facessimo a stare comodi ma non avvertivo fastidio a restare così.
Ti tenevo stretta, forte, come se il tuo corpo fosse una parte del mio.
E poi, il tuo respiro.....che musica!
Ti ho baciata sulla nuca, dolcemente, quasi a sfiorarti, per non svegliarti.
Ho ascoltato per un po' la tua vita, la tua linfa scorrere in religioso silenzio.
Stanotte ti ho amata come si ama la prima volta, con la consapevolezza che quel momento sarà per sempre. Un singolo, unico, meraviglioso momento insieme a te.

venerdì 16 gennaio 2015

Crediti

Una vita fa ero con una ragazza che mi chiedeva ogni tanto "se mi amassi questa cosa la faresti...".
Oggi, dopo tanti anni, ripenso a questo "se mi ami lo fai" e, finalmente, riesco a capirci qualcosa osservando chi mi circonda.
Se la cosa che dovrei fare non richiede svilimento e rinunce grandi per la mia persona, beh, la farei volentieri, anche perché, amando questa donna mi farebbe anche piacere.
Viceversa, se questa cosa mi annienta o dovesse richiedere troppo sacrificio, non la farei, anzi, penso che la donna che facesse una richiesta del genere non mi amerebbe per niente.
La verità è che spesso alziamo l'asticella e facciamo cose indicibili in nome dell'amore. Lo facciamo per la persona che amiamo ma anche per dimostrare a noi stessi che meritiamo quell'amore così profondo e che esso merita più di quanto saremmo disposti a dare.
Non ci rendiamo conto che in quel momento, inconsciamente, mettiamo da parte un piccolo credito nella nostra cassaforte.
Succede, spesso, che l'altro faccia lo stesso, anche dopo un po', perciò la storia si ripete...un equilibrio perfetto, la simbiosi, l'amore celeste...
Purtroppo, può anche succedere il contrario, e stranamente, dopo aver rovistato per bene nella nostra anima ci si ricorda dei crediti.
Si va nella stanza da letto, dietro il solito quadro, si apre la cassaforte e si scopre che c'è ormai una montagna di roba da riscuotere.
La vita ti passa davanti come quando guardi le foto tirate fuori per caso dal cassetto...quante rinunce, quanti sacrifici...
...questa è la volta che io ho detto e fatto questo e l'altro/a non c'era....
...qui ero ammalato/a ma ero solo/a...
...qui è quando mi sono sentito/a inadeguato/a
...qui è quando sono stato offeso/a, accusato/a, tradito/a, messo/a da parte, derubato/a della dignità, sminuito/a....
E vaffanculo, pensi, oggi ci vado in banca!

Lasciar volare

E poi arriva quel momento.
Quello a cui facciamo finta di non essere mai preparati ma ce lo siamo immaginati 1000 volte.
Il momento di lasciare andare qualcosa che amiamo.
E non mi riferisco solo alle persone innamorate che forse, ormai, non lo sono più.
Prima o poi dobbiamo lasciar andare amici che partono, persone che muoiono, oggetti cari che perdiamo.
Stringere più forte le cose che amiamo quando le stiamo perdendo è del tutto naturale, le abbiamo amate, coccolate, carezzate. Sono cresciute con noi, invecchiate, le conosciamo come nessun altro.
Ma non sono nostre. Non le possediamo. Non possiamo scegliere per loro né possiamo minacciarle o vessarle. Non possiamo ricattarle o manipolarle.
Il motivo per il quale le abbiamo amate lungamente sta proprio nella leggerezza con la quale le abbiamo portate con noi. Un sodalizio basato sulla reciprocità, sul mutuo rispetto.
Amare non ha una definizione unica ma sicuramente ha un ingrediente essenziale che è banalmente l'amore stesso, il bene assoluto, il desiderio che chi ci accompagna stia bene.
E' ovvio dire che chi ama qualcuno o qualcosa non possa usare violenza contro di esso, vero? Sarà pure ovvio ma tutti sanno che in realtà non è così.
Tarpare le ali di qualcuno che vuole volare via, stringere in una morsa chi tenta di cambiare strada, terrorizzare chi crea una piccola apertura nel guscio in cui si è rintanato, alterare i fatti e la realtà è violenza, non amore.
Succede sempre, continuamente, a tutti, a me è successo, perché dovrei negarlo?
Ma vi giuro che non paga, non serve, è del tutto inutile.
Se avete amato qualcosa o qualcuno, se volete il suo bene, se volete che sia felice, libero, sorridente, leggero, lasciatelo andare.
Lasciate pure che le vostre lacrime scendano mentre sorridete. Non c'è dolore nel vedere le sue bellissime ali dispiegarsi mentre si alza in volo.

Cercare invano

Credo di aver trovato l'amore, di nuovo, ma credevo di averlo acciuffato, fatto mio, stretto tra le mie mani. Non è così, mi scivola tra le dita, fugge via, lo rincorro tutti i santi giorni ma non riesco a tenerlo tra le mie braccia per tutto il tempo che vorrei.
C'è una forza misteriosa che mi impedisce di amare ed essere amato. Giuro che mi impegno, ci credo, sono completamente suo schiavo ma questo non basta.
Ecco perché ti cerco nei luoghi, nei ricordi, nelle ore trascorse insieme, nelle parole che ho rinchiuso in un angolo della mia mente.
Ti ho cercata ma non ci sei, ti cerco da troppo tempo, i tuoi lineamenti iniziano ad essere confusi.
Ti ho cercata tra le pagine dei libri che leggo ma nessuna eroina è come te.
Credevo di incontrarti nel sorriso della donna che mi siede affianco nella metro o negli occhi di quella che mi serve il pranzo. Nulla di più impossibile.
Ti cerco negli oggetti, nelle fronde degli alberi, tra le forme delle nuvole. Ti cerco nelle mie tasche e nel mio armadio. Nei cibi che cucino.
Ti cerco nelle parole nuove che imparo e nei libri di storia.
Credevo di trovarti nei profumi e nelle spezie ma nemmeno lì ti trovo.
Qualunque cosa io faccia, cerco te.
Penso a te, sperando che tu appaia da un momento all'altro solo perché sei ovunque sia io e soprattutto perché, ormai, non c'è un ME senza TE.